terça-feira, 30 de novembro de 2010

AD UNA IN PARADISO


AD UNA IN PARADISO
Tu fosti per me tutto, tutto, amore,
onde l'anima mia sofferse tanto.
Un'isola d'incanto
o amore, tutta verde in mezzo al mare,
una pura sorgente ed un altare
inghirlandato d'ogni dolce frutto,
e d'ogni fiore:
e d'ogni fior, di tutto,
ero il Signore.
O sogno troppo bello e sorridente
per essere durevole! O Speranza
fulgida ch'apparisti dolcemente
per lasciarmi di te la rimembranza.
Un grido dal futuro grida: «Avanza,
avanza e sorgi!» Ma, sovra il passato,
(abisso desolato)
l'anima mia si giace,
ammutolita, vinta, senza pace.
Sparita! Ahimè, sparita
ora è per me la luce della vita.
«Mai più! Mai più» (così l'onda selvaggia
del mar dice alla sabbia della spiaggia)
«Mai più, mai più la rovere percossa
dal fulmine e stecchita,
darà virgulti, e l'aquila ferita
si librerà colla sua prima possa».
Un'ombra i giorni miei funebre inghiotte,
e tutti i sogni miei, tutti, ogni notte,
mi conducono là, dove scintilla
la bruna tua pupilla,
e dove i passi tuoi su eteree aiuole
e presso una divina acqua tranquilla
si lascian dietro a danza orme di sole.
(1834)

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